Il vertice di Bali rappresenta il debutto sulla scena politica internazionale del nuovo governo birmano, formato da civili ma vicino alla leadership militare che ha guidato per decenni la nazione con il pugno di ferro.

Le ultime riforme avviate dall’esecutivo – liberazione di alcuni detenuti politici, il ritorno di Aung San Suu Kyi sulla scena politica interna, possibili riforme economiche e monetarie – hanno incontrato apprezzamenti fra i leader Asean, sfociati nel sostegno ufficiale alla candidatura del Myanmar per la presidenza nel 2014. Il ministro birmano dell’Informazione parla di riforme “irreversibili”, che Stati Uniti e Occidente dovrebbero “riconoscere” cancellando le sanzioni economiche e commerciali.

Tuttavia, il governo americano sembra intenzionato (per il momento) a mantenere l’embargo, sottolineando la necessità di ulteriori sforzi nel campo dei diritti umani e delle libertà personali. Anche attivisti per i diritti umani, fra cui alti funzionari di Human Rigths Watch (Hrw) parlano di “piccoli passi” e invitano la comunità internazionale a “non farsi prendere in giro”.

2011.11.17